Davide Galli

vita 2.0:
abitare e lavorare nell'appennino

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PIACENTINI: Piacenza vista da quassù (intervista)

Intervista di Marta Tartarini per la rivista PIACENTINI, di cui sono stato uno dei fondatori nel 1995.
Sulle motivazioni del mio trasferimento sull’Appennino e sul perché proprio a Bardi.
Sulle strategie per il rilancio della montagna, sulle cose fatte e sulle occasioni sprecate.
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LIBERTÀ: le occasioni sprecate (intervento)

Ho letto con attenzione e curiosità l'intervento in prima pagina di Paolo Rizzi "Idee e progetti per il ritorno alla montagna piacentina".
Con particolare coinvolgimento dato che da gennaio di quest'anno ho fatto una scelta radicale di vita decidendo di trasferire la mia attività e la mia famiglia sull'Appennino... parmense però. Precisamente a Bardi; esperienza emblematica di cui a Piacenza, ho notato, si è parlato e se ne parla poco. Anche nel centrato intervento di Rizzi si fa riferimento ad altre esperienze ma non alla vicinissima Bardi. Sarà forse troppo vicina (confina con tre comuni piacentini) per non costringere a tirare già un bilancio, se non proprio negativo, che constati almeno un notevole ritardo rispetto ai nostri intraprendenti "cugini"?
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LA CRONACA DI PIACENZA: piacentini emigrati a Bardi «Qui abbiamo le tecnologie»

A Farini li invidiano un architetto e un graphic designer
Il controesodo reale, in certi casi è possibile
BARDI “CABLATO”. IL CASO ITALIANO
Fa invidia ai paesi limitrofi, tra i più spopolati dell’appennino, leggere sulla stampa nazionale che per Bardi, la roccaforte dei Landi in Valceno, tanto lontana da Parma e tanto vicina alla Valnure, non si parla più soltanto di controesodo, ma il miracolo comincia ad avvenire.
DI ELENA SALINI
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