Davide Galli

vita 2.0:
abitare e lavorare nell'appennino

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LA CRONACA DI PIACENZA: piacentini emigrati a Bardi «Qui abbiamo le tecnologie»

A Farini li invidiano un architetto e un graphic designer
DI ELENA SALINI
Fa invidia ai paesi limitrofi, tra i più spopolati dell’appennino, leggere sulla stampa nazionale che per Bardi, la roccaforte dei Landi in Valceno, tanto lontana da Parma e tanto vicina alla Valnure, non si parla più soltanto di controesodo, ma il miracolo comincia ad avvenire.
Telelavoro, servizi on line e accesso veloce alla rete in montagna, non sono più soltanto parole per l’appennino della provincia di Parma. Sono almeno sei i piacentini che negli ultimi mesi si sono trasferiti a Bardi dove svolgono lavori che gli consentono di abitare ovunque, basta possedere un computer e una connessione veloce.
La telematica per salvare l’appennino. E’ possibile allora.
«Svolgo qui lo stesso lavoro che svolgevo prima tra Fiorenzuola e Piacenza - spiega al telefono Simona Egeste - con la differenza che vivo in un paese tranquillo, dove la qualità della vita è invidiabile e ci sono tutti i servizi».
“Regalami il tuo sogno”, è l’azienda di servizi per la grande distribuzione - 64 persone impiegate tra Fiorenzuola, Cortemaggiore, Modena, Bologna e Reggio Emilia - che ha trasferito uno dei suoi studi a Bardi, in via Roma, al piano terra di quello che i più anziani conoscono come “Il mulino”.
Anche il webmaster Guido Mondelli, amministratore delegato dell’azienda, è piacentino ed ha scelto la montagna per godere di una migliore qualità della vita.
Lui in montagna, in un mulino ristrutturato, ci abitava già ed ha convinto i suoi colleghi a raggiungerlo.
Ora, occupandosi dei clienti di pianura, si ritrova ad essere l’unico a fare avanti e indietro tutti i giorni, i suoi colleghi, se appena possono non si muovono di lì. Davide e Silvia Galli e le loro bambine piccole non hanno esitato a trasferirsi da Piacenza a Bardi. Come loro anche Isacco Rossi e Valentina Gualazzini.
Ma cosa fanno questi piacentini a Bardi. «Da Bardi - spiegano - passa tutta la comunicazione di Coop Italia.
Riceviamo e trasmettiamo a banda larga attraverso una potentissima parabola».
Una serie di attività che permette a chi le svolge di stare fisicamente dappertutto, un sogno. Coop non ha evidentemente avuto niente in contrario.
L’ufficio “montanaro” gestisce l’archivio foto, 46mila pezzi che non si possono toccare ma ingrandire, rimpicciolire, ritoccare a colpi di mouse, cura le schede informative dei prodotti per i punti vendita e confeziona le notizie dirette alle famiglie socie, che sono 5 milioni e 500mila. A Bardi sono state trasferite le attività più complicate, con la possibilità, grazie alla banda larga, di lavorare anche in videoconferenza.
E proprio vicino agli uffici “Coop” di via Roma altri piacentini lavorano “on-line”, per un’impresa che si occupa di telefonia.
«Anche loro sono in parte piacentini» spiega Simona, che ha fornito un quadro della situazione.
Si chiama Bardi Lab srl l’azienda che si occupa di riparazione e rigenerazione di apparecchi telefonici fissi e mobili che impiega a Bardi una ventina di persone, ma l’ideatore, Giorgio Lusardi, sogna la creazione di un consorzio di aziende attive a Bardi, autoregolamentate dal rispetto dell’ambiente e del contesto sociale, in un contesto dove la piccola e grande industria non è mai arrivata.
E sì, fa parecchia invidia.
Anche perché tante volte si è parlato di ripopolare la montagna, anche in occasione della recente firma da parte di tutte le istituzioni dell’Intesa istituzionale. Almeno Bardi ha fornito una strada percorribile: «Ci siamo trasferiti qui perché qui c’è la tecnologia». E’ la motivazione dei piacentini emigrati nell’appennino parmense ed è un titolo della Gazzetta di Parma di ieri.
Un titolo che ci piacerebbe fare per qualche paese a ridosso delle nostre montagne.
Ma se da Bardi proseguiamo verso Farini, sono pochi i chilometri tra le due province, incontriamo, a Boccolo Noce (circa 10chilometri da Bardi), una famiglia “nuova” del posto, protagonista diretta del “controesodo possibile”. Annabel è nata a Liverpool e si è laureata in architettura a Londra, prima di trasferirsi definitivamente a Milano dove ha iniziato a lavorare per la prestigiosa rivista di architettura Domus. Vive da circa sei mesi a Boccolo Noce. «Da quando è nata la piccola Daisy (che ha circa un anno) vivere in città è diventato stressante. Lavorare chiusa in un appartamento e poi uscire tra lo smog e mettermi in coda ovunque, per la spesa, per la posta, per la banca non è quello che sognavi di fare quando studiavo e mi preparavo alla vita.
Qui lavoro con la porta aperta, mia figlia gioca fuori, a volte in posta la mattina ci vado solo io e riesco a svolgere il mio lavoro, che consiste nella stesura di articoli e in traduzioni e non richiede la mia presenza in ufficio.
Cosa manca? Ritengo che non manchi altro che la tecnologia per inviare velocemente il mio lavoro quotidiano.
Invece c’è voluto un mese per avere la linea telefonica, avrò mai l’Adsl?».
Poco più in là, sotto Groppallo, a proposito di “emigrati” dalla pianura si entra in un piccolo studio di design a Dosso, poco sotto Groppallo a ridosso del fiume
Lavaiana. Roberto Pieracini e Roberta, la sua compagna, lavorano e vivono, a volte si ferma anche una collega, in una casa di
sasso. Sede legale della società di designer milanese.
«Non abbiamo più una casa a Milano, abbiamo preso la residenza qui dove rimaniamo il più possibile, spostandoci verso la città quando è necessario.
Cosa manca: collegamenti più veloci. Sia stradali che virtuali, null’altro». Lo raccontano in cortile, tra i fiori e un’orizzonte pulito. Roberto Pieracini è docente
di design della comunicazione al politecnico di Milano.
Nella luminosa mansarda di Dosso alcuni Macintosh e alcune stampanti servono da attrezzature per lo studio montanaro del
graphic designer Pieracini, manager della comunicazione, che ha firmato progetti di corporate image di aziende come Olivetti, Italtel, Smau, Cofiri.


Il controesodo reale, in certi casi è possibile
BARDI “CABLATO”. IL CASO ITALIANO

“Bardi, il borgo torna città virtuale”. Così titolava il Corriere della sera qualche mese fa per raccontare uno dei pochi casi italiani di “controesodo reale”. Ma che cos’ha Bardi in più di altri paesi che hanno le stesse condizioni economiche e sociali.
Gode di un cablaggio altrove invidiato, almeno da chi crede che in montagna si può vivere e vivere bene.
Ma come ha potuto Bardi avere questo? Molti attribuiscono il salto di qualità a un bardigiano di quarantasette anni, nato e cresciuto a Boston, tornato al paese ancora bambino , hobby giovanile la musica ma con un futuro nell'informatica.
Si chiama Andrea Pontremoli.
Nel 1980 è entrato all’Ibm e dall’anno scorso è amministratore delegato di Ibm Italia. Mei giorni feriali gira tra Milano e il mondo, e il fine settimana vive a Bardi con la moglie e quattro figlie. Insomma per un boss dell’Ibm è più facile portare la banda larga al proprio paese natio. Più facile che per tutte le amministrazioni pubbliche messe insieme. Eppure, almeno, l’esperienza di Bardi indica una via. Una via non tanto campata per aria. L’appennino, ed è solo una delle proposte, potrebbe diventare sede di corsi di formazione per dirigenti e di meeting aziendali. A patto che ci siano tecnologie e comfort. Già ci sono castelli, gastronomia, natura, aria salubre e senso della comunità.
Anche a Piacenza lo sviluppo telematico è cominciato. Si chiama Lepida la rete pubblica a banda larga prevista dal Piano Telematico Regionale che collegherà le Pubbliche Amministrazioni del territorio piacentino.
Sarà in fibra ottica e si estenderà per 203 km. La sua realizzazione richiederà due anni di lavori e un investimento di oltre 11,8 milioni di euro, di cui circa 5 finanziati dalla Regione e la restante parte a carico di Tesa, cui è affidata la realizzazione e la gestione della rete. La fibra arriverà in 28 comuni della provincia, nessuno in montagna, ovviamente, dove sono previsti Link satellitari. Un progetto che darà il là ai servizi pubblici on line, per quanto riguarda le connessione delle imprese è presto per fare pronostici. nei prossimi mesi si comincerà a costruire l’autostrada telematica. Per le strade di montagna, Adsl o banda larga che sia, la gestazione ha tempi diversi.

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